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Esordio discografico per i nostrani Seventh Seal, la cui proposta musicale è, come avrete sicuramente intuito dall'artwork, di stampo epic power metal. La band si forma nel 1996 e nello stesso anno incide il suo primo demo con liriche completamente in italiano. Nel 1999 registra il secondo demo (utilizzando questa volta l'inglese per i testi) e nel 2002 ottiene il deal discografico con la Steelheart Records. "The Black Dragon's Eyes" è un disco estremamente interessante e si avvale dell'ottima produzione dell'ex Labyrinth Frank Andiver. La punta di diamante del combo in questione è sicuramente identificabile nella cantante Chiara Luci, autrice di una prova esaltante, che si candida prepotentemente a miglior voce femminile della scena italiana. Chiara possiede infatti davvero una bella voce e la sua interpretazione conferisce connotati mistici, talvolta teatrali, al sound del gruppo. Dal punto di vista stilistico i Seventh Seal ricordano molto Rhapsody e Labyrinth, anche se diversamente da questi due gruppi prediligono un suono più compatto, graffiante e decisamente più in linea con il metal vecchio stampo. Tutte le canzoni del disco sono ben strutturate e suonate: la sezione ritmica è precisa e potente, le chitarre macinano riff metallici di sicuro impatto e producono break melodici davvero ispitrati; le linee vocali di Chiara sono sempre molto azzeccate e i ritornelli e i cori sono molto catchy, ma non per questo scontati... e per concludere in bellezza, ottima risulta anche la scelta di coverizzare "Thundersteel" dei Riot e "I'm Alive" degli Helloween. Disco davvero interessante, e complimenti sinceri a questi cinque ragazzi. Assolutamente da seguire.


Voto: 7.5
Recensione di Luca Galvagni


 

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Avevo sentito parlare molto bene dei qui recensiti Seventh Seal, già al tempo del loro primo, e credo, unico demo cd costituito per lo più di sole cover, e che, da quel che ricordo, aveva attirato le simpatie di molti addetti ai lavori, che in qualche modo avevano pronosticato un futuro più che roseo per i cinque metallers toscani, facendo aumentare spasmodicamente l’attesa per il loro debut album che, uscito solo da qualche mese, si appresta a diventare uno dei migliori prodotti di quest’inizio 2004. Beh, dopo i ripetuti ascolti che si sono susseguiti freneticamente in questi ultimi giorni, posso fermamente asserire di essere rimasto completamente soddisfatto da questo “The black dragon’s eye”, un album lineare e schietto, che si lascia ascoltare senza tanti tentennamenti, e che piace soprattutto per questa sua ingenua semplicità, presentando un trittico di ottime canzoni che, è facile presupporre, potranno fare la felicità di molti metal maniacs sparsi su e giù per la penisola, e non solo, grazie ad un sound snello e scevro da qualsivoglia orpello sinfonico e tastieristico, e che risulta essere un sapiente concentrato di melodic power metal di estrazione prettamente teutonica, e partiture gravanti in maggior modo sul versante più epico e suggestivo della nostra amata musa ispiratrice. Uno stile sonico essenzialmente immediato e coinvolgente che si muove fra riff chitarristici arrembanti, e ritornelli antemici di facile presa e dal grande potere evocativo, in cui, naturalmente, il vero punto di forza risulta essere senz’ombra di dubbio la vocalist Chiara Luci, una che, da quanto ascoltato, sul versante live dovrebbe garantire prestazioni pirotecniche, dotata di una voce potente, sensuale ed al contempo espressiva, che risulta essere il giusto compendio fra la mai dimenticata Jutta Weinhold dei Zed Yago/Velvet Viper, e la prima Federica De Boni, ex frontgirl dei vicentini White Skull. E proprio quest’ultima band, potrebbe benissimo essere presa come metro di paragone più adatto per sintetizzare in qualche maniera la propensione metallica del quintetto in questione, anche se, è bene ribadirlo, i Seventh Seal mi sono sembrati molto, ma molto più sicuri e spavaldi dei Skulls degli esordi, questo grazie ad un lavoro di squadra ed una coesione d’insieme davvero ottima, nella quale spicca il gran lavoro svolto dai due chitarristi, sia in fase solista che ritmica, lavoro esaltato, e non poco, dall’ottima produzione ad opera di un illuminato Frank Andiver, che spinge la band a toccare degli apici qualitativi davvero inaspettati. Ne scaturisce una serie di composizioni decisamente cruenti e senza compromessi, proprio come l’opening track “The ways of the world”, che da sola varrebbe l’acquisto del disco, impetuosa speed track pregna di riferimenti fantasy, marchiata a fuoco da un drumming forsennato, sul quale si staglia uno di quei cori difficili da dimenticare,un po’ come accade per la corroborante “Midnight train”, dove sono le chitarre armonizzate della coppia Fanciullotti/Bianco a ritagliarsi una parte di assoluto rilievo. I nostri continuano in maniera imperterrita il proprio cammino, elargendo a piene mani partiture di heavy granitico, ma mai stupido e scontato, riuscendo a passare con disinvoltura dal classic metal germanico di “Riding the waves”, alle partiture più epiche della title track e della stupenda “Living for the honour (the gladiator)”, al power ossessivo dell’oltraggiosa e provocatrice “The unicorn”, brano che mette in mostra una sezione ritmica dal suono contagioso e tellurico, e che mette risalta tutte le potenzialità artistiche della band, che nel finale ci regala ben due estratti della demo di cui sopra, mettendo tutto a ferro e fuoco con i remake di “Thundersteel” e “I’m alive”, di chi sapete voi. Gran bel disco, giuro, fiero e sincero proprio come la splendida amazzone di copertina. Si, certamente troverete di meglio sul mercato oggi come oggi, ma negando una possibilità ai Seventh Seal, farete a meno di entrare in contatto con una band onesta e sincera, qualità che, viste le ultime produzioni di casa nostra, sono proprio venute a mancare...
Soldi spesi bene!!!

Voto: 7,5

by: Beppe Diana


 

www.rocknet.tv

Finalmente alle stampe il primo full lenght dei Seventh Seal, un gruppo Italiano di heavy/power metal molto personale e che non si limita a scopiazzature dalle big band di questo genere.
Certo, l'amore per gruppi come Helloween e Iron Maiden si percepisce, ma di questo non ne risente assolutamente il disco, che come già detto risulta personale e con uno stile abbastanza originale (sempre nel limite del possibile del genere suonato). L'ottima produzione curata da Frank Andiver (Ex-Labirynth, Wonderland) sottolinea al meglio le capacità di composizione della band toscana e tra tutti, le grandi potenzialità della cantante Chiara Luci. Le song di spicco sono sicuramente l'epica "The Ways Of The World", la potente "The Unicorn" e la coinvolgente title track. Ultime traccie del disco la ballad acustica "Nightly Rainbow" (con la partecipazione del singer dei Wonderland, Alexx Hall), e 2 cover, "Thundersteel" degli immortali Riot e "I'm Alive" degli amati Helloween. Il disco è consigliato sopratutto alle nuove leve e agli amanti del power, che in questi ultimi anni son stati sommersi da band di dubbio gusto e pessima caratura (meglio non fare nomi, anche perchè la lista sarebbe lunghissima.).
Un buon lavoro che apre la strada a questa valida band toscana, che spero ci regalerà ancora nel tempo lavori di questo livello.


 

www.strutter.8m.com (Strutter-zine)

We’re in Italy once again and then it’s not so hard to inform you about yet another new band playing typical Euro Power Metal, because SEVENTH SEAL is playing in the style of LABYRINTH, WONDERLAND, RHAPSODY, STRATOVARIUS, SONATA ARCTICA, so this is a very cliche record! BUT it’s a very good typical Euro Power Metal record, because the vocals (by a female singer called Chiara Luci) are quite good, and the included 10 songs are quite impressive, with a crystal clear production by FRANK ANDIVER (LABYRINTH, SHADOWS OF STEEL) and instrumental it’s of a very high level. 8 original tracks and 2 covers are included on the debut-CD of SEVENTH SEAL, and with bands like these it’s like you either love or hate them, because if you enjoyed the first song, you know what to expect from the rest of the album and this is also the case with SEVENTH SEAL. Opener “The ways of the world” is typical STRATOVARIUS/ HELLOWEEN orientated Power Metal, a great start and besides that first song, other highlights are “The black dragon’s eyes” (best song), “Riding the waves”, “Only a dream” and “Midnight train”. Although it’s a very standard Euro Power Metal album, I can nevertheless highly recommend it to fans of STRATOVARIUS, LABYRINTH, CONCERTO MOON, SONATA ARCTICA...

(Points: 8.5 out of 10)



 

http://red.sakura.ne.jp/~dragon/fear/


www.truemetal.it


I nostrani Seventh Seal giungono all’esordio ufficiale con questo “The black dragon’s eyes” e si presentano come una agguerrita power metal band dalle forti influenze epiche capace di comporre brani efficaci e coinvolgenti senza stravolgere particolarmente gli stilemi di un genere ormai ben definito e forte di un pubblico fedele ed esigente.

Il disco è stato registrato agli Zenith Studios sotto la guida di Frank Andiver che ha evidentemente puntato su un sound sobrio e snello in modo da far risaltare al massimo la bontà compositiva delle canzoni del gruppo. Non aspettatevi parti sinfoniche, divagazioni barocche o quanto altro, i Seventh Seal sono certamente eredi dei primi Rhapsody ma non hanno intenzione di infarcire la loro musica con elementi esterni al metal, senza puntare su soluzioni particolarmente tecniche ma certamente convincenti e concrete. La band si affida alle linee vocali di Chiara Luci la quale è senza dubbio una delle armi vincenti nella musica dei Seventh Seal, la sua timbrica piena e la sua estensione vocale regalano alla band un marcia in più rispetto alla media della scena italiana e come spesso accade le donne si rivelano più brave di tanti loro colleghi uomini dietro al microfono. A livello compositivo i Seventh Seal giocano su tempi rapidi e refrain dal forte sapore epico che coinvolgono l’ascoltatore fin dai primi passaggi. Nulla di nuovo sotto il sole, i Seventh seal si accostano stilisticamente ai Rhapsody dei primordiali “Old battle songs” e “Legendary tales”, agli spagnoli Dark Moor, ai francesi Fairyland, insomma al meglio del power epico europeo. La Steelheart Records è convinta della bantà della proposta di questi ragazzi e ha puntato su di loro con coraggio, effettivamente non è facile per una band dai connotati artistici dei Seventh Seal farsi strada nella scena europea di oggi.

Il disco incomincia in maniera aggressiva e convincente con la forza epica di “The ways of the world” una ottima canzone power giocata su tempi rapidi e refrain crescenti, la band si dimostra sobria e concreta e si pone subito al di sopra della media degli act italiani oggi attivi. La title track è un brano ambizioso che sposta il tiro del disco verso ambiti sonori più elaborati, le melodie vocali sono vincenti e convincono fin dai primi ascolti. Si torna al power epico dai tratti veloci e crescenti con “Only a dream” la band tricolore sforna un pezzo dinamico e intelligente senza rischiare di ritornare su melodie già impiegate da altri o soluzioni troppo facili. Più quadrata ed epica “Living for honour (the gladiator)” si porta su canoni classici e strizza l’occhio al metal statunitense pur senza perdere la chiara matrice italiana. Buona anche “Midnight train” che possiede un grande refrain sicuramente apprezzabile in sede live, nuovamente i Seventh Seal si dimostrano autori di un metal compatto e concreto sebbene non particolarmente innovativo. Meno convincente “Riding the waves” si accosta allo stile dei Rhapsody senza possdere una identità sonora personale, rivelandosi un poco debole. La successiva “The unicorn” è senza dubbio maggiormente aggressiva e possiede la giusta carica epica per colpire l’ascoltatore, anche questa canzone ha un innegabile appeal live che garantirà al gruppo notevoli responsi. La ballad finale “Nightly rainbow” scorre romantica ed inutile per lasciar spazio alle cover di “Thundersteel” degli enormi Riot, e “I’m alive” degli Helloween che regalano ai fan del power metal una buona occasione per rispolverare due classici essenziali del genere, soprattutto i Riot.

In conclusione i Seventh Seal hanno prodotto un disco sicuramente interessante e piacevole, credo che in ambito epic power ormai sia stato detto quasi tutto ma non c’è dubbio che gli amanti del genere possano apprezzare ancora dischi sinceri e ispirati come questo. Coloro che invece non amano il power possono tranquillamente dimenticarsi di questa uscita perchè di certo “The black dragon’s eyes” non cambierà la storia del metal italiano. I Seventh Seal meritano lo spazio giusto da parte degli addetti ai lavori e spero che questo gruppo possa farsi notare per le sue indubbie qualità sia in patria che in giro per l’Europa.

 

Voto: 63 (Eugenio Giordano)



www.holymetal.it

Ecco il primo full-lenght album per i nostrani Seventh Seal, che vedono Chiara Luci alla voce, Pasquale Bianco e Francesco Fanciullotti alle chitarre, Andrea Mati al basso e Mark Napolitano alla batteria e percussioni. Il sound proposto da questo gruppo è decisamente orientato verso il power metal, con influenze di Helloween, Iron Maiden, Blind Guardian e compagnia bella. Il cd è veramente ben fatto, sotto tutti i punti di vista. L’unica piccola macchia, forse dovuta all’ormai datato e stra-usato impianto stereo del quale mi servo, è che in alcuni casi la batteria sovrasta un po’ troppo gli altri strumenti e la parte cantata, diventando troppo prepoderante all’ascolto. Ma lasciamo perdere le sottigliezze e vediamo le innumerevoli caratteristiche positive di questo cd. Innanzitutto la grandissima padronanza vocale della vocalist, davvero brava e anche con una buona pronuncia dell’inglese (aspetto questo secondo me di primaria importanza), in secondo luogo la preparazione tecnica dei musicisti, in particolare negli assoli di chitarra (scusate, sono di parte, ma da cantante e chitarrista non potevo non menzionare questi aspetti!). Passando ai brani, devo dire innanzitutto che le tematiche affrontate sono estremamente varie, e non si limitano alle ambientazioni fantasy alle quali il power metal è di solito orientato; qui c’è spazio anche per affrontare temi più intimistici e personali, allargando a volte il discorso a qualcosa di più generale. Il suond rimane sempre ad ottimi livelli, con progressioni, cambi di tempo, assoli e chi più ne ha più ne metta. Da notare su tutto la conclusiva “Nightly rainbow”, con una bellissima intro alla chitarra, che accompagna egregiamente anche la parte cantata, rendendo la canzone molto dolce e giusta per la chiusura di un cd che nelle tracce precedenti corre sempre alla massima potenza (si vedano su tutte la title track “The black dragon’s eyes, l’introduttiva “The ways of the world e l’epica “The unicorn”). I nostri, per dimostrarci la davvero ottima padronanza tecnica si cimentano anche in due cover che vengono aggiunte come bonus tracks: Thundersteel dei Riot e I’m alive degli Helloween. In conclusione davvero un’ottima band, dalle indubbie qualità vocali, tecniche e compositive, alla quale faccio i miei complimenti e auguro tanta fortuna per il futuro. A tutti gli altri: se vi piace il power comprate l’album!

Voto : 8 (Shlimazl)



www.gentediravenna.com

Ottimo disco power/epic/true metal (potentissima la copertina!!) per i nostrani SEVENTH SEAL, formazione che mi è capitato di conoscere di persona e vedere anche dal vivo recentemente (e devo dire che il quintetto si districa egregiamente anche in sede live..), cinque ragazzi con tanta voglia di fare e di portare in giro la propria musica con orgoglio e dedizione.
Qualcosa di migliorabile magari nel logo del nome del gruppo (è un font di word che si chiama ILVIE, scaricare e provare per credere… vi ho beccati!!!! Quanto sono *******… ?)
La voce femminile di Chiara Luci, validissima sia come estensione che come potenza e supportata in più parti da classici cori epici cliché del genere (che dal vivo sono riproposti dal bassista Andrea Mati), dà un tocco ancora più particolare all’insieme, ed è proprio con un epic chorus che si apre il cd con la prima track “the ways of the world”. Trionfante, maestoso, potente, tutto quello che si può chiedere ad una produzione di questo tipo c’è, e si sente già da subito che i suoni sono buoni e siamo davanti ad un prodotto di una certa qualità sia compositiva che propriamente tecnica.
Gli ottimi pezzi procedono uno dopo l’altro senza stancare, unica pecca forse i testi un po’ scontati… con le solite ambientazioni classiche dell’epico… spade e dragoni ovunque, ma il genere è questo che richiede, quindi lascio il giudizio di questo aspetto a chi legge.
Ottimo l’intro della terza traccia, “only a dream”, dove chitarre acustiche sognanti sono presto rimpiazzate dal pesto a 200 e passa di metronomo di Mark Napolitano (batterista) e dai guitar riff spaccaossa di Francesco Fanciullotti (maggior compositore della band) e Pasquale Bianco, ottima accoppiata di chitarre capaci di intrecciare melodie epiche, tecniche e comunque sempre orecchiabili. Migliore traccia secondo il mio parere è “riding the waves” con un ottimo (e lungo!) pezzo strumentale solista (ottime ancora una volta le chitarre) che finisce con un arpeggio sul quale ritorna la voce di Chiara a farci sognare, mentre la traccia seguente, “the unicorn”, si apre con il classico coro melodico da concerto alla iron maiden, dove le folle vanno in delirio e la gente sputa sangue pur di cantare a più alto volume rispetto a chi lo circonda… forse un po’ inutile la traccia seguente, “nightly rainbow”, un lento poco ispirato a mio giudizio, ma non da buttare assolutamente (si sente di molto peggio in giro…).
Da segnalare la partecipazione di Frank Andiver (già al lavoro con Labirynth) come produttore e come backing vocals in “The ways of the world” e la cover presente sul cd di un classico degli Helloween: “I’m Alive”.
Un buon disco quindi sicuramente da comprare, soprattutto per supportare il metallo italiano, che, ultimamente, ci sta dando sempre più soddisfazioni!


Voto: 8/10 (Wrath)


www.metalcrypt.com

This is the debut CD from Seventh Seal, yet another Italian Power Metal band. This is not normally an album I would pay any attention too, as everything about this package screams 'generic', and yet this one plucked at me. The ol' metal detector is not often wrong, so I tried some samples, and as you can see I went ahead and bought the CD. I didn't find anything I did not expect on this album, except quality.

So yes, this is nothing surprising stylistically. Seventh Seal play fast and melodic Power Metal that recalls a bazillion other Italian bands, but they do it better. Their promo copy proclaims them to be akin to early White Skull or Warlock, but I don't really see that much. Seventh Seal do have a female singer who bears a rough resemblance to Frederica (ex-White Skull) but musically this is much more melodic and less aggressive than White Skull. I find the music here reminds me a good bit of Heavenly, actually, or Domine – I like this better than Domine though.

All the expected elements of this sort of CD are here in plenty: big choruses, fast riffing and leadwork, songs about dragons with references to AD&D, and a song about gladiators, which seem to be required these days. "The Black Dragon's Eyes" packs no surprises whatsoever, even down to the atrocious accent on the vocals, and yet… And yet after a couple of spins I caught myself humming these tunes in my head. The big, booming chorus of the album opener, the volleying title track, the epic "Living For Honor", and the awesome, awesome riff of "Midnight Train". The songwriting here may be generic, but the songs themselves are not standard issue. Usually Italian Power Metal just blurs past, and results in a CD no more memorable than the blur of generic Black Metal, but Seventh Seal have avoided this. They kept the keyboards away, kept the pedal all the way down, and cranked out some solid, memorable songs. Not every song here is that great, but only "The Unicorn" comes off as really unfocused and makes me reach for the skip button. Even the ballad "Nightly Rainbow" is well-written and doesn't wear out it's welcome.

The CD cover is a monument to photoshop ingenuity. Take a bit from a Larry Elmore painting off a Dragonlance calendar, stick it on a background, and add a heavily photoshopped photo of what looks like a gaming miniature. Amazing they managed to produce a rather arresting cover with such cheap effects. You don't want to read the lyrics, trust me. One more 'Shadowdale' reference and I was going to leap off a cliff. I mean, I'm a gamer, I've played Dungeons and Dragons for like 20 years now, but get a grip people. There are two cover songs on here to pad out the running time: Riot's "Thundersteel" and Helloween's "I'm Alive", they're handled well enough, I'm just not a real fan of covers.

This is indeed 'yet another speedy melodic Power Metal band from Italy', but Seventh Seal are good enough songwriters to impress despite this stigma. For a debut, especially, this is an impressive piece of work. If Seventh Seal can keep this up, the next album could be a real monster, and this band certainly has the potential to reach the first rank of bands in their genre.

Rating: 4/5

Reviewed by: Sargon the Terrible March 18, 2004



www.babylonmagazine.net

Primo lavoro per questa band nostrana, in attività dal 1996. Il gruppo, capitanato dalla vocalist Chiara Luci, si muove attorno a sonorità power/classic metal di chiaro stampo Helloween/Gamma Ray/Iron Maiden, ma attenzione, il tutto è proposto con un'attitudine tale da far passare in secondo piano questa iniziale (in fondo, ci troviamo di fronte all'album d'esordio) mancanza di personalità. Mi spiego meglio: "The Black Dragon's Eyes" è un cd che si ascolta maledettamente volentieri pur non proponendo nulla di nuovo o quasi. Punto di forza del gruppo è la voce di Chiara: niente gridolini, acuti lancinanti o cantati lirici, ma una sicura e potente timbrica epica, a tratti di una bellezza sconcertante. Le linee vocali, unite agli arrangiamenti molto curati, catturano ed emozionano l'ascoltatore, catapultandolo all'interno dei mondi fantastici narrati nelle canzoni. Grande carica, sempre all'insegna della più ricercata melodia, nella powereggiante "The Ways Of The World" e nelle irrefrenabili helloweeniane "Only A Dream" e "Midnight Train". E', comunque, sui brani dal flavour più epico ed eroico che il gruppo mi ha impressionato di più: la title-track, unita alla quarta traccia "Living For Honor (The Gladiator)", sono piccole gemme di rara bellezza ed intensità. Peccato per i brani finali, a mio avviso non all'altezza dei precedenti. L'album - registrato al "Zenith Recordings" Studio e prodotto da Frank Andiver (Labyrinth) - contiene, inoltre, due bonus tracks: vengono reinterpretate dai nostri, in maniera più che egregia, "Thundersteel" dei Riot e la mitica "I'm Alive" degli Helloween. Band da tenere sotto stretta osservazione: complimenti ed alla prossima.

Voto: 7,5 (Marco Parboni)


www.irenevanni.it

SEVENTH SEAL - THE BLACK DRAGON'S EYES

1) THE WAYS OF THE WORLD. Il ritornello corale* senz'accompagnamento è fondamentale per la riuscita dell'orecchiabilità del trascinante brano d'apertura, sicuramente uno dei migliori dell'intero lavoro.
L'architettura del brano è in generale complessa, sia per i molteplici cambi di ritmo che per l'assommarsi di più melodie (ogni brano del CD in realtà si svolge in modo dinamico con sviluppi e variazioni più o meno numerose, tendenzialmente in stile epic/power metal, privo di apporto tastieristico); i passaggi chitarristici di memoria 'ironmaideniana' che raccordano le parti cantate sono orecchiabili come le melodie vocali, talvolta si richiamano vicendevolmente, anche in tracce successive, se non proprio attraverso temi ricorrenti comunque con melodie che si legano armonicamente l'una con l'altra a sottolineare la natura di concept del disco.
I temi di libertà, uguaglianza e fraternità espressi dalle liriche in modo razionale e 'illuministico', si dipaneranno in seguito tramite metafore epiche...

2) THE BLACK DRAGON'S EYES. ...appare dunque il tema della 'quest' medievale attraverso la metafora della ricerca degli occhi del Drago Nero (l'ambientazione è derivata da una saga fantasy di Richard Awlinson). Il riff liscio è praticamente una cavalcata. La varie parti sono ben amalgamate da un suono compatto. L'impostazione simil lirica nell'interpretazione vocale dal sapore operistico, dal recitativo all'arioso a seconda della parte del brano in cui ci troviamo, è il punto di forza dell'intero brano (e probabilmente dell'intero lavoro); ci sono dei tratti in cui è veramente impressionante come la timbrica della vocalist possa apparire maschile: abbiamo qui la tessitura giusta per dare finalmente a questo genere estensione e potenza adeguate.

3) ONLY A DREAM. La dolce intro di chitarra acustica ci regala, in seguito allo scambio di batteria, un momento di contrasto assolutamente d'effetto: si riparte con la velocità che caratterizza gran parte del CD e con la conseguente energia, mai costruita su formule banali; il ritornello è incalzante grazie al cantanto basato su stacchi tra sillaba e sillaba; ottima la lunga divagazione chitarristica in stile neoclassico. E' solo a questo punto, col terzo brano, che si invita in quest'avventura fantasy anche l'ascoltatore, rassicurandolo col fatto che si tratta solo di un sogno... (lungo fino alla fine del disco?).

4) LIVING FOR HONOUR (THE GLADIATOR). Qui l'immaginario scende addirittura nell'antichità latina; l'intro è una sorta di marcia che dipinge l'incedere del guerriero; i combattuti stacchi strumentali che precedono l'assolo materializzano una battaglia: nel finale di questa sezione, prima che riparta il brano dalla struttura cantata, ritorna il passaggio chitarristico che aveva descritto l'entrata del personaggio all'inizio. Il finale in canone, riverberato, si circoscrive con uno stacco brusco. L'interpretazione vocale (qui in una delle sue prove migliori) è a tratti commuovente. E' il brano che io preferisco.

5) MIDNIGHT TRAIN. Il riff di chitarra, sostenuto da diverse figure ritmiche, rappresenta la veloce corsa del treno che pare non potersi fermare perché diretto in 'nessun luogo'; in ogni modo neppure un demone potrebbe interrompere quella che in realtà simboleggia la corsa del destino. Il riff resta alla base anche della strofa e la sostiene vigorosamente; nella parte centrale strumentale i passaggi di chitarra si fanno più zoppicanti, poi sempre più distesi per ripartire con la voce in una figura rapidissima e ossessiva, infine s'intrecciano di nuovo con l'ottimo lavoro della batteria, per terminare bruscamente su di un breve assaggio del riff iniziale.

6) RIDING THE WAVES. La corsa prosegue come vento e come cavalcata sulle onde. Avvengono qui l'illuminazione e la rinascita simbolica dall'acqua purificatrice, prima della realizzazione delle richieste inerenti la 'chiamata'.
Non rientra tra i brani di maggiore impatto, probabilmente perché è il più standard e lineare all'interno del genere proposto; i picchi di originalità sono altrove, ma è sicuramente ottimo il lavoro della sezione ritmica, soprattutto nei momenti in cui sostiene i passaggi tra le numerose frasi melodiche che riempiono il brano prima del rallentamento finale, in cui il personaggio prende coscienza della chiamata.

7) THE UNICORN. Ai margini del bosco incantato ci si accorge che s'è raggiunta Shadowdale, nel cui Inferno di Ghiaccio sono racchiusi gli Occhi del Drago; è l'Unicorno che guida, sospinto da un'intro innodica, con la voce che si sdoppia a distanza di un'ottava. Tutto il brano è infarcito di passaggi e assoli complessi costruiti su frequenti cambi di ritmo in cui la batteria segue a tratti quasi in omoritmia la chitarra solista. Un tocco di grazia ci viene offerto da una sorta di bridge poco prima del finale, costruito similmente ad un'aria barocca, che ci conduce in un'altra dimensione (e un'altra melodia). La struttura iniziale riprende corpo con una strofa leggermente variata e un vocalizzo che prefigura la calma conclusiva tramite un rallentamento progressivo del ritmo.

8) NIGHTLY RAINBOW. Brano dal sapore antico, sia nella ritmica che nei colori, completamente acustico (più in stile Extreme/Tesla), con percussioni solo nel ritornello. Il lavoro d'intreccio armonico tra le due voci** è perfetto.
E' una sorta di danza/preghiera pagana di matrice rinascimentale quello che si configura come l'ultimo brano della parte originale del CD, ma non si scrive la parola 'fine': l'avventura non termina qui, la conclusione resta aperta ad ogni possibile svolgimento, nel sogno, o nella realtà interiore di ognuno di noi perché, ovunque ci sentiremo persi, ci sarà sempre la luna a guidarci dal cielo...

BONUS TRACK:
9) THDERSTEEL (Riot)
10) I'M ALIVE (Helloween)
Il lavoro si chiude con due cover metal anni '80 rivisitate attraverso lo stile personale del gruppo.
Al di là delle indubbie capacità tecniche e interpretative della band, trovo che l'aggiunta di due cover spezzi l'omogeneità di un lavoro complessivamente ottimo e interessante.


Irene Vanni, Luglio 2004

* Cori: Frank Andiver (Labyrinth, Wonderland), che ha curato anche la produzione dell'intero lavoro; Massimiliano Valenti; Devid Winter (Atman)
** La controvoce è eseguita da Alex Hall (Wonderland)


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"The Black Dragon's Eyes" è la prima uscita discografica dei Seventh Seal, formazione italiana nata nel 1996 che, dopo aver inciso diversi demo (uno dei quali cantato in italiano, "Incubi") e svariate cover, giungono nella primavera del 2003 al debut album, registrato presso gli Zenith Recordings studios e pubblicato dalla sempre attiva Steelheart Records. Il disco ha già quindi qualche mese alle spalle, ma tocca le sponde di EUTK soltanto nell'estate 2004: in ogni caso questo ritardo non penalizza la proposta della band italiana, che si ispira in maniera decisa al Metallo di una decina di anni fa: il sound dei Seventh Seal si rifa al classico Power Metal di scuola tedesca, vicinissimo allo stile di Helloween e Gamma Ray, anche se l'epicità che pervade questo album rende più calzante il paragone con gli HammerFall di Joacim Cans. E nonostante sia una voce femminile la protagonista delle otto canzoni di "The Black Dragon's Eyes", si nota una certa somiglianza tra le parti vocali di Chiara Luci e quelle del singer della formazione svedese. Pezzi veloci e melodici, refrain orecchiabili che si inseriscono su una solida sezione ritmica: niente di particolarmente originale quindi, ma suonato certamente con una discreta abilità ed una grande passione. Purtroppo la qualità della produzione non gioca a favore dei Seventh Seal, ma trattandosi del primo disco della band si può certo chiudere un occhio. Da segnalare le due bonus track che chiudono il disco: la prima cover è di "Thundersteel" dei Riot, la seconda di "I'm Alive" degli Helloween. "The Black Dragon's Eyes" è sicuramente un buon inizio per i Seventh Seal, nella speranza che il gruppo riesca a lasciarsi alle spalle l'influsso dei mostri sacri della scena e sia in grado di sviluppare sonorità più personali.

 

(Marco 'Lendar' Pessione) Voto: 6,5/10


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Su questo esordio power-epic, di marca italiana e prodotto da Frank Andiver, aleggia inquietante il fantasma dei Rhapsody. Parliamoci chiaro: che si apprezzino o meno Turilli & co., è innegabile che i loro album hanno imposto al genere una sorta di standard al quale band meno famose finiscono, consciamente o meno, per attenersi. E' esattamente quello che accade ai Seventh Seal: la brava Chiara Luci si rifà costantemente al Lione dei tempi migliori, la ballata "Nightly Raimbow" ricorda fin troppo "Forest of Unicorns" di "Legendary Tales", e perfino una delle due cover del cd, "I'm alive" degli Helloween, è stata sfruttata da Turilli e Hayer nel singolo apripista di "Prophet of the Last Eclypse" (e anche se la scelta di riproporla fosse casuale, è sicuramente assai indicativa...). "The Black Dragon" è un bel cd (particolarmente riuscite l'epica "Living for Honour" e le armonie vocali di "The Unicorn"), ma rischia di apparire come il settimo album dei Rhapsody (dove il sesto è quello dei Fairyland...): per il futuro, spero che il gruppo riesca a svincolarsi da questo modello troppo stretto, che finisce in fondo per limitarne la creatività.
(Renato de Filippis) Voto: 6,5


 

 

 

www.lordsofmetal.nl

Ferdi: Meestal maken platenmaatschappijen het de recensent makkelijk door een biografie met een cd mee te sturen. Daarop staan dan de hoogte- en dieptepunten van een band, zodat je geïnformeerd aan een recensie kan beginnen. In dit geval is de bio achterwege gebleven, waardoor ik in het duister tast over deze band. Ik weet dat ze uit Italië komen – dat verraad de taal op de website – maar aangezien mijn Italiaans net zo goed is als mijn capaciteit om geblinddoekt tijdens de spits over de A7 te fietsen, wordt ik ook daar niet veel wijzer van.

Maar goed. Seventh Seal komt dus uit Italië en maakt van Helloween/Manowar-achtige metal. Acht minuten lang klinkt de band onderhoudend en verassend. De kracht van de band ligt in het nét anders benaderen van het genre, door te spelen met de structuren van de nummers. Een uitstekende zangeres – die zich in het midden houdt van Elisa Martin (Fairytale, ex-Dark Moore) en Cristina Scabbia (Lacuna Coil). En ZONDER irritant accent!

Seventh Seal’s debut is degelijk en onderhoudend. Toch vraag ik me af of er iemand nog op deze band zit te wachten. Wat ze doen is goed, maar zoveel andere bands doen dit veel beter. Ik noem een Edguy, Mastermind, Vision Devine en Dark Moor. Om een plek tussen die bands te verwerven zullen deze Italianen heel wat meer hun best moeten doen.

Score: 70/100



 

www.mindview.be

Debuut van een Italiaanse band die power, symfonische metal met epische allures aflevert. In hun rangen telt het vijftal zangeres Chiara Luci, wiens stem raakpunten met die van Doro heeft, zowel qua timbre als qua volume. Wat dat betreft zit het snor! En de muziek? Het begint wat gewoontjes, maar na enige songs komen ze op dreef met titels als "Living For Honour" of "Midnight Train", die zowel sterke songs zijn als diverse stijlen combineren. We noteren verder het akoestische "Nightly Rainbow", dat aan Blackmore's Night doet denken, en matige covers van Helloween en Riot. (GDV) ZILVER (5/7)


 

www.metal-observer.com (Alexander Melzer)

First if all Enrique, this band is something for you, finally something with "seventh", lol. But seriously, when a newcomer band is praised as "BEST newcomer band from the Italian Metal scene", the album called "fantastic debut album" and the singer is heralded as the "new Metal queen", the alarms go off with me. Why? Because only too often these high flying praises in the end give way to nothing but warm air. Pffffffffffffft... The danger, of course, is that you build up such a negative mindframe that you might approach the band biased or even push off the reviewing of the CD.
SEVENTH SEAL is the name of the band, "The Black Dragon's Eyes" the album, that this review is about and it has been a while that Italy had produced a really outstanding newcomer in the Power/Symphonic Metal genre, which in the end also deserved the laurels. Altogether the quintet around singer Chiara Luci presents us with eight own compositions and two bonus cover versions to prove that they indeed are the next big thing since the invention of the frozen pizza.

Opener "The Ways Of The World" right away hands out the typical Italian, heavily triggered drum sound, paired with high speed, so a typical Power Metal opener? Basically yes, even though SEVENTH SEAL do not overdo it with bombast and the happy melodies, contrary to many of their countrymen and Chiara also has a powerful voice, which fits the music very well and does not even try to venture into any operatic regions. Basically it is not the archetypical Italo-Power-Speed, that we are treated with by the quintet, but they at times have a certain Eighties touch, which sets them apart from the rest of the pack, as the following title track "The Black Dragon's Eyes" shows.

"Living For Honour (The Gladiator)" is the most probably best track on "The Black Dragon's Eyes", melodic, heavy, with great dynamics and powerful vocals by Chaira Luci, good one! "Midnight Train" also unpacks quite some punch, may the lady and gentlemen indeed manage to follow up the big words of their label? In the course of the album the earlier albums of WHITE SKULL come to my mind a bit, even though SEVENTH SEAL do not fully reach the class of their countrymen, but still, a certain soul relation cannot be denied.

What follows after these tracks is definitely no bad material, but they still do not reach those two tracks. Even though the influences come through a bit stronger (apart from the very variable "The Unicorn"), I can say that these Italians are not content with just rehashing the already used ingredients.

The choice of the afore mentioned cover versions has been interesting and relatively typical. The interesting one is called "Thundersteel" and originally has been done by American RIOT, the typical one is titled "I'm Alive" and is, exactly, the HELLOWEEN classic. The former is played quite furiously and comes over really well, while with "I'm Alive" I have to say that it is a song that is hard to adequately cover and even though SEVENTH SEAL don't do a bad job here, they are too close to the original (apart from the vocals, of course) to talk about a real "version". Still well done.

So in the end I cannot fully attribute SEVENTH SEAL with all the collected highlights from the info sheet, for that it at times is too obvious that "The Black Dragon's Eyes" is a debut, but the will and the potential to differ definitely are there and who has an interest in this music should still give these Italians a chance, because the probability that you might like them is not that small indeed.

(Online December 16, 2003)

Alexander Melzer (Score 7/10)


 

www.metal-observer.com(2) (Chris Doran)

There’s no guessing which two bands this lot sound like then. When I tell you SEVENTH SEAL are Italian and they like their Metal writ large and epic then only HELLOWEEN and RHAPSODY can hold court in SEVENTH SEAL’s way of thinking. And yes SEVENTH SEAL sound like both but you know what? They deliver the Epic Metal bit that well and convincingly that devotes of this particular Metal genre are gonna just embrace them.

SEVENTH SEAL are the new RHAPSODY who in turn is just re-hashed HELLOWEEN from the “Keepers” era in the twenty first century. It’s all there: the frantic double bass drumming, hitting home like an express train, the MAIDEN-esque duelling guitars, the razor sharp riffing and the high pitched, wailing vocals, carried off with some aplomb by Chiara Luci.

It’s all been done before and ironically they cover HELLOWEEN’s „I’m Alive“ however don’t be put off by the comparisons. The song writing capabilities, the musicianship and production and all from a debut offering promise much more to come in the future.

(Online February 12, 2004)

Chris Doran (Score 7/10)


 

www.rockunited.com

Italian metal is a force to be reckon with nowadays... in opposite to the dark ages... during most part of the 80s, I guess??? The likes of Dark Star & Death SS, etc, never created much buzz or interest outside of Italy. Things are looking up though and especially Power Metal, with the likes of Rhapsody and Labyrinth upfront, is definitly on the rise.

Seventh Seal was formed back in 1996 and the band played classic metal with Italian lyrics, at the beginning. They switched however to using the English language during the later part of 1999. They actually add another dimension to the average 'trottle metal' material, with the aid of female singer Chiara Luci, and her very powerful vocal ability. Trust me... this kitten got claws and she's not afraid to use them either.

It's otherwise Euro Power Metal with amazing double-bass assault, and flashy twin-guitar work. The guitarists Pasquale Bianco & Francesco Fanciullotti, are swaping lead position with each other, like two race cars down at Monza, throughout the whole CD. This makes the guitarwork very interesting and you can almost compare them with Murray/Smith (Iron Maiden), and most of all Hansen/Weikath (Helloween). Produced at "Studio Zenith" by Frank Andver (Labyrinth, Shadows Of Steel, etc), "The Black Dragon's Eye", is a nice piece of craftsmanship. Highlights include the title track, "Only A Dream", and the smashing "Riding The Waves", with lots of Helloween and Gamma Ray influences. Besides the eight tracks of own material, you'll also find covers of Riot's "Thundersteel" and Helloween's "I'm Alive". Sadly, you'll also notice how superior these cover songs are comparing to the others. A nice debut album, even if they need to work more on their songwriting skills in the future.

Review by Urban "Wally" Wallstrom 15 December 2003


www.heavy-metal.it

I Seventh Seal nascono nel 1996 sotto il nome di “XXX” per poi mutare il proprio moniker nel 1999 in quello attuale. Dopo la solita gavetta riescono ad ottenere un contratto discografico per la Steelheart Records e registrano presso gli “Zenith Recordings” di Frank Andiver (Labyrinth, Shadows of steel, Wonderlan) il loro album di debutto intitolato “The black dragon’s eyes”.
La proposta musicale della band italiana si ispira tantissimo al power metal di scuola tedesca, molto vicino alle produzioni di Helloween e Gamma ray e sotto certi aspetti, soprattutto nelle parti più cadenzate e lente, ai nostrani Domine. Gli otto brani che danno vita a questo disco d’esordio sono incredibilmente veloci, dai refrain particolarmente orecchiabili che dopo pochi ascolti rimangono in testa e le canzoni presentano una struttura piuttosto varia e quasi mai scontata.
Alla voce troviamo Chiara Luci che sembra trovarsi particolarmente a suo agio dietro al microfono e riesce a conferire quella giusta epicità e pomposità di cui i pezzi hanno bisogno per decollare. Anche gli altri membri del gruppo sanno il fatto loro riuscendo a creare soli e riffs piuttosto interessanti e suonati con abilità. Tuttavia, mi spiace dirlo, i Seventh Seal possono benissimo finire in quel calderone di gruppi power metal che ormai da alcuni anni sforna dischi che in un primo momento fanno gridare al miracolo ma che dopo alcuni ascolti non dicono più niente.
Da segnalare in ogni caso la buona opener “The ways of the world” che ci rimanda agli Helloween dei due keeper e “Living for Honour (The Gladiator)” pezzo davvero molto bello ed epico; interessante anche la conclusiva “Nightly rainbow” pezzo per sola chitarra acustica e voce che ci rimanda a tempi passati e ormai andati. Molto ben fatte le cover di “Thundersteel” dei Riot e di “I’m Alive” degli Helloween.

Insomma, come inizio non c’è male, i pezzi purtroppo non hanno la scintilla che permette al gruppo di elevarsi al di sopra della media e la produzione non di certo eccelsa non giova alla band. Tuttavia questo è un album d’esordio, sono sicuro che i Seal saranno in grado di sviluppare un proprio sound personale che riesca a lasciarsi alle spalle i mostri sacri del power.

VOTO: 6

RECENSORE: Daniele Amerio


www.hardsound.it

I Seventh Seal nascono, con il nome XXX, già nel 1996: da allora di acqua sotto i ponti ne è passata tanta e finalmente nel 2003 arrivano a dare alla luce il loro primo full-lenght.

Il sound targato Seventh Seal ha la particolarità dell voce di Chiara Luci, a mio parere ottima interprete di un genere (quello epic/power per intenderci) che è raramente affidato ad ugole femminili: a mio avviso un errore perchè, in questo genere, la voce maschile può dare sì potenza ma non quegli acuti che Chiara ci offre.
Per la sezione strumentale il cd presenta influenze Helloween e Gamma Ray marginalmente, mentre alcuni riff rimandano agli albori del metal visto che ricordano i grandi Iron Maiden
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Il cd è composto da 8 tracce (più le cover "Thundersteel" dei Riot e "I'm Alive" dei maestri del power Helloween): la qualità dei brani è altalenante, alterna infatti ottime canzoni quali la potente title-track, "Midnight Train" e la "Domine-oriented" "Riding The Waves" ad altre tracce meno riuscite ma comunque mai noiose.

Tutto il gruppo presenta un'ottima preparazione di base, la sezione ritmica affidata ad Andrea Mati (basso) e a Mark Napolitano (batteria) svolge adeguatamente il suo lavoro mentre Pasquale Bianco e Francesco Fanciullotti alle chitarre macinano riff con perizia e bravura.

In definitiva posso dire che il cd in questione rappresenta un buon acquisto per chi ama il power con influenze epiche come Domine e compagnia: se non vi ritrovate in questa descrizione allora i Seventh Seal non sono per voi!

Un inizio buono per una band da cui è lecito attendere molto di più in fase di songwriting. I Seventh Seal hanno le possibilità per fare molto bene in futuro.: spero non mi deluderanno!

VOTO: 65

RECENSORE: Flames Of Hell

RECENSITO IL 05/04/2004